Gerolamo Cardano, l’uomo delle stelle

Gerolamo Cardano nasceva il 24 settembre del 1501 a Pavia, alle ore 06.40 del pomeriggio.

Cardano era un filosofo, medico, fisico, matematico, inventore e libero pensatore.

L’uomo ha trascorso la maggior parte della propria esistenza a lottare contro numerose malattie, ma la salute cagionevole non sarebbe mai diventata un ostacolo alla genialità innata di cui Cardano era dotato.

Egli era un uomo intelligente, originale e brillante; nel 1526 si addottorò in medicina presso l’Università di Padova e nel 1534 ottenne una cattedra di matematica a Milano. Praticò la professione di medico per molti anni raccogliendo numerose soddisfazioni, come quando nel 1552 si traferì in Scozia per curare l’asma dell’arcivescovo di Edimburgo John Hamilton. Egli grazie alle cure di Cardano sopravvisse per ben altri 20 anni superando così le aspettative previste. Queste numerose passioni non erano gli unici interessi nella vita dell’uomo: oltre al lavoro di medico Cardano fin da giovane nutrì una forte curiosità nei confronti dell’astrologia, materia che iniziò a studiare con serietà e rigore.

Nel 1545 uscì l’opera matematica da lui scritta, Ars Magna, dedicata al teologo protestante Andreas Osiander. 

Nel testo Cardano decise di rivelare la formula risolutiva delle equazioni di terzo grado, soluzioni che gli erano state confidate da Nicolò Tartaglia con la promessa di non rivelarle a nessuno. Il filosofo decise di rompere il patto di segretezza, poiché scoprì che in verità le formule erano state scoperte da Scipione dal Ferro. Il fatto causò a Cardano molti problemi con i potenti dell’epoca, coi quali dovette affrontare numerose e fastidiose polemiche. Nel 1560 una tragedia incombe sulla vita del filosofo: il figlio Giovan Battista viene condannato alla decapitazione con la gravissima accusa di uxoricidio e si mormorava che la causa di tali accuse fosse una vendetta dei suoi nemici.

Cardano, dopo aver fatto di tutto per salvare il proprio figlio, decise di abbandonare Pavia ottenendo nel 1562 una cattedra a Bologna come primario di medicina teoretica. Ma anche nella città emiliana le cose non sembrano andare per il verso giusto. L’altro figlio, Aldo, inizia ad avere una pessima condotta e i debiti iniziano ad accumularsi, così come iniziano a girare brutte voci sul suo conto, tanto che il legato pontificio di Bologna lo spinge a lasciare l’incarico di primario appena rinnovatogli. La sventura sembra essere diventata ormai la migliore amica di Cardano: il 6 ottobre per cause ignote e misteriose, il filosofo viene arrestato e tenuto in carcere per due mesi. Il Tribunale dell’Inquisizione non specificò la natura delle accuse, ma è possibile pensare che Cardano fu preso di mira proprio a causa dello studio della sua tanto amata astrologia. C’è chi sostiene che il filosofo osò parlare di astri e Gesù in uno stesso discorso e che per questo motivo cadde in disgrazia, e chi sostiene, invece, che la causa dei suoi mali furono gli enormi debiti propri e del figlio. Probabilmente la vera accusa mossa a Cardano fu quella di eresia per i contenuti delle sue opere, come quelli descritti nel De Verum Varientate, testo in cui fece delle previsioni riguardanti un grande cambiamento della religione cristiana intorno al 1800.

Nel 1571 ormai povero e malato, Cardano fu costretto a recarsi a Roma e gli fu proibito di pubblicare libri e di insegnare per il resto della sua vita, ma in cambio ottenne un vitalizio che gli permise di finire dignitosamente i suoi giorni. 

Cardano morì il 20 settembre del 1576 e sapeva che la sua morte sarebbe giunta in quel periodo, così in quei giorni smise di assumere cibo e acqua, anche se il Tiraboschi fa notare che nel  

De XII geniturarum le date indicate come possibili erano il 5 dicembre del 1573 o il 28 luglio del 1571.

Ma perché questo genio del rinascimento fu tanto incompreso?

Forse il suo temperamento particolare, il vizio del gioco e la sua instabilità emotiva rendevano Cardano un uomo di cui diffidare, ma la sua sapienza era indiscutibile. Il filosofo vanta una produzione letteraria infinita nonostante abbia trascorso una vita travagliata, violentata e calpestata. I problemi, la debole salute e le nevrosi di Cardano furono solamente dei piccoli gradini verso un cielo immenso, quel cielo che lui tanto studiava e che tanto desiderava scoprire. Cardano sapeva leggere e guardare le stelle; egli attraverso quelle bellissime scintille luminose riusciva a predire destini e pensieri, e questo anche grazie a quel suo studio matto e disperatissimo.

Il filosofo interpretava gli astri grazie all’intuito e allo studio imprescindibile necessario dei moti, ma era la sua capacità di vedere oltre le stelle a renderlo unico nel suo tempo. Goethe lo descrive con queste parole: «L’influsso che ha esercitato sul rinnovamento della scienza deriva, non meno che dalle sue osservazioni positive, dalla sua mentalità e dal suo insegnamento personale».

In molti lo dipingevano come un ciarlatano, un pazzo, un lunatico, ma come Miotti ricorda: «… I pazzi non compongono opere di valore e Cardano ne ha create fin troppo per meritare una diagnosi così facile e banale. Un neurotico? questo sì; ma un neurotico che ha sublimato molte delle tensioni psichiche in opere letterarie, mediche, matematiche e astrologiche».

Cardano, personaggio autorevole nel campo della magia naturale, riteneva che la propria concezione magica si fondasse sulla sympathia fra le cose, come tra il cielo e la terra come a rafforzare quella ricerca di armonia e di equilibrio tanto manchevole sulla terra. Nell’astrologia egli sembra aver trovato riparo, rifugio dalle avversità e dagli ostacoli della vita, e vede le stelle come scudi come protezioni, come doni. Cardano nello studio dell’astrologia riconosce un’arte nobile proprio perché come lui stesso scrisse «… Le cose più nobili sono le più ignote e le meno certe». 

Giorgia Petani

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