Una coppia di sposini è in gita in carrozza durante un idilliaco pomeriggio nella campagna francese. Ad un certo punto la carrozza si ferma e il marito obbliga la moglie a scendere e a farsi stuprare dai due cocchieri. La donna comincia ad eccitarsi.
Si tratta di un sogno, una fantasia erotica che ha impossessato l’anima di Séverine, protagonista del famoso film Bella di giorno di Luis Buñuel. La storia narra le vicende della giovane moglie di un medico, dipinto come una specie di boyscout, che per sfuggire alla noia borghese del suo matrimonio si reca durante il giorno in una casa chiusa dove si prostituisce. In realtà Séverine è affetta da una sorta di frigidità e dall’incapacità di concedersi del tutto a un marito che realmente ama, ma che non sente complice sul lato sessuale. Le fantasie di Séverine sono di umiliazione e sottomissione, gli uomini con cui va nel bordello sono tra i più disparati, alcuni decisamente raccapriccianti. Ma quando la giovane è nel letto insieme ai suoi clienti si sente appagata, eccitata, desiderata: come cita una frase del film “i clienti non vogliono che lei”. Da mogliettina devota, la protagonista si trasforma in una schiava del sesso.
Ma cosa spinge una donna a farsi schiava di sconosciuti, di prestazioni sessuali così squallide?
Forse un desiderio di rivalsa nei confronti di ingiustizie subite: nonostante sia un oggetto nelle mani degli uomini, è la donna in questi momenti ad avere il potere, ad essere quell’oscuro oggetto del desiderio per cui gli uomini sono disposti a pagare. Insicura, fragile e timida nella vita quotidiana, nelle ore in cui è a letto con i suoi amanti la donna si spoglia delle vesti di debole vittima della società e diventa padrona ammaliatrice, pur rimanendo schiava. Nel film la protagonista ha subito violenza da bambina e questo l’ha profondamente turbata, tuttavia vi sono innumerevoli donne che non hanno mai subito violenza ma che trovano eccitanti circostanze di sottomissione. Io non so cosa spinga intimamente una donna a prostituirsi come fa Catherine Deneuve nel film, ma comprendo la sensazione di forza che ne deriva. È un tema delicato quello sul valore che diamo al nostro corpo di donne e di esseri umani, e a volte accade che riusciamo ad ottenere conferma del nostro valore solo con un sistema pratico di ricompensa economica e sono quei soldi che possono dare sicurezza, far sentire importanti, belle, apprezzate. Il disgusto di fronte a corpi deformi di sconosciuti scompare nel momento in cui viene percepito il potere di cui improvvisamente siamo rivestite. La nostra vita sessuale, quel mondo parallelo così importante e decisivo, è spesso un rifugio perché nella vita di tutti i giorni releghiamo al sesso un ruolo secondario, lo teniamo nascosto, non ci sentiamo a nostro agio con le nostre pulsioni. Ci sono delle pratiche sessuali che ad oggi risultano essere di moda ed altre considerate reprobe e indicibili. Eppure la nostra condotta di tutti i giorni è profondamente influenzata dalle nostre abitudini sessuali. È necessario scardinare i tabù, la vergogna e il giudizio da cui ci sentiamo ricoperti. Purtroppo a molti di noi accade di sentirsi bene e appagati solo in circostanze alternative alla nostra quotidianità cioè a letto, in un momento che poi scompare per lasciare spazio alla grigia normalità dove quasi siamo obbligati a sentirci colpevoli per ciò che abbiamo fatto la sera precedente.
Ancora oggi la società ci calpesta, ci indebolisce e ci rende schiavi, mentre forse sarebbe meglio essere schiavi sessuali, ma liberi da ogni insicurezza di tipo sociale.